Un bacio alla mamma e via, si parte per l’ultima tappa, ed è una cronometro, perché il Giro-E 2022 non si fa mancare proprio niente.
Verona, 29 maggio 2022 - Un bacio alla mamma e via, si parte per l’ultima tappa, ed è una cronometro, perché il Giro-E 2022 non si fa mancare proprio niente.
Sir Dave Brailsford, attuale general manager di Ineos Grenadiers, che con il Team Sky ha vinto tutto grazie anche a due “campioncini” come Bradley Wiggins e Chris Froome (ma anche Egan Bernal, dai), passerà alla storia non per i successi della sua squadra, ma per la filosofia dei guadagni marginali applicati al ciclismo: migliora dell’1% in tutto e vedrai la differenza. È una cosa che ha senso soprattutto nelle cronometro. Ma certo, non riguarda i ciclisti del Giro-E, per i quali una crono è “soltanto” un altro giorno di festa a pedali.
La tappa Verona (Cronometro delle Colline Veronesi) Tissot ITT
Solo 17 chilometrini ini ini, ma un percorso interessante, che ricalca totalmente quello del Giro e non si dipana solo in città, ma evade in collina, fino a transitare su una salita di categoria 4, Torricella Massimiliana, niente di eccezionale per carità (5 per cento medio su una lunghezza di quattro chilometri e mezzo), ma un po’ di sale sulla giornata e la scusa per dare tre stelle all’ultimo giro di valzer del Giro-E 2022. Il tracciato cita quello del Campionato del mondo 2004, disputato appunto a Verona (con il nome di Circuito delle Torricelle) e vinto da Oscar “The Cat” Freire, al Giro-E con il team Valsir nelle ultime tappe; lo si percorre però in senso antiorario. Arrivo, scenografico, all’Arena di Verona.
Il personaggio del giorno – Massimiliano Rosolino
In questo Giro-E non si è sprecato. Una comparsata a Catania, peraltro senza pedalare, e adesso in sella per una delle tappe più facili di tutte, certamente la più corta: la crono di Verona. Però è con il sorriso e la simpatia tutta partenopea del campione olimpico di Sidney 2000, il grande Massimiliano Rosolino, che vogliamo chiudere la carrellata dei nostri personaggi del giorno.
“Il mio amore per la bici da corsa esiste: è un mezzo che dorme in casa, al caldo, spesso anche in camera da letto”, racconta l’ex nuotatore, campione olimpico e mondiale nei 200 metri misti. “Detto questo, purtroppo nell’ultimo anno l’ho usata molto meno di quanto facessi prima. È un peccato, lo so. Venire all’ultima tappa del Giro-E spero mi serva anche a rilanciarmi in sella, all’alba, sulle mie strade, in modalità crono, per allenarmi nel triathlon, lo sport che pratico. Lo so che ho scelto la tappa più corta di tutte… Ho visto Antonio Rossi, che ha fatto una tappa molto impegnativa. Ma quando è nata l’idea del Giro-E 2022 avevo già il calendario pieno. Quindi sono venuto alla prima tappa, per l’inaugurazione, e vengo a quella finale. Apro e chiudo, dai. La speranza è quella di tornare a casa con la voglia di pedalare. Da tenere conto che a ottobre sono anche salito sul Monte Bondone, con le bici del Giro-E, assieme a Francesco Moser, e non è stata una passeggiata: 18 chilometri per 1.500 metri di dislivello, se non ricordo male… però una bella esperienza. Non mi fa paura il dislivello, anche se non sono un amante dell’over 10 per cento, perché la stazza di 90 chili in salita si fa sentire, però non mi tiro mai indietro. Il motore certo aiuta. Le bici elettriche permettono a chi ha passione di macinare qualche chilometro in più. Stressi meno le articolazioni e il cuore e stai al passo con chi è più allenato. La bici è un mezzo di trasporto, locomozione, benessere, che con la nuova tecnologia elettrica permette, a noi patiti del movimento muscolare, di fare uscite più facilitate. È anche un mezzo di promozione dello sport. Io sono un fan della modalità elettrica. Non ho una sola macchina elettrica, ma due. Solo macchine elettriche in famiglia. L’elettrico è il futuro. Se lo scopri, te ne innamori. Ti sembra un po’ di guidare la macchina di Batman, no? Scivola nell’aria nel silenzio più assoluto… Dobbiamo pensare al pianeta: non significa pensare agli altri, ma a noi stessi. Mi auguro che ci sia un futuro più sostenibile, perché abbiamo tirato la corda già abbastanza”.
E giunti a questo punto, signore e signori, che dire? Arrivederci e bici.